Per quanto riguarda l'Italia sono molto preoccupata per le realtà di piccole e medie dimensioni
Manuela Martignano sembra avere avuto le idee molto chiare sin da subito riguardo al suo lavoro e infatti il suo percorso segue una linea che denota coerenza e caparbietà. Fin dai tempi in cui viveva a Bologna ha solcato la sua strada arrivando alle strette collaborazioni con Etnagigante di Roy Paci, Daniele Silvestri e alla attuale collaborazione con la OTR Live nel ruolo di Social Media Manager. In questo periodo risulta molto attiva nei gruppi di lavoro e forum a sostegno del settore musicale e dello spettacolo.
1) A quasi un anno del blocco totale degli eventi come valuti la possibilità di sopravvivere da parte delle società di organizzazione eventi / dei progetti musicali costretti al fermo (nel tuo paese e/o in Europa)?
Credo che la possibilità di sopravvivenza delle società che organizzano eventi sarà molto diversa sulla base dei paesi europei di appartenenza: le singole nazioni partivano da situazioni di base diverse e hanno realizzato piani di ristoro molto diversi. Per quanto riguarda l'Italia sono molto preoccupata per le realtà di piccole e medie dimensioni, sono senza dubbio quelle più fragili ma anche quelle che svolgono un ruolo importantissimo sia rispetto ai percorsi di crescita degli artisti che rispetto all'offerta culturale e alla crescita del pubblico. Credo che in Italia il quadro sia chiarissimo: il Governo non conosce il nostro settore, tutto quello che non rientra nelle maglie del FUS oltre a essere poco conosciuto nelle sue dinamiche è anche meno considerato, lo si può facilmente notare puntando un occhio alla distribuzione dei ristori, al solo esercizio cinematografico sono stati destinati gli stessi soldi che tutto il settore musicale extra fus ha percepito in otto mesi. Un'altra grande preoccupazione è che a essere penalizzata sarà quel tipo di offerta meno remunerativa che però sappiamo essere vitale per il settore.
2) In questo periodo in cui abbiamo rivisto il nostro modo di vivere, c'è qualcosa che finalmente hai avuto il tempo di fare e che prima non era possibile per via del poco tempo a disposizione?
Ho finalmente ricavato del tempo per studiare, è una delle cose che mi mancano di più dati i ritmi abbastanza frenetici del nostro lavoro, ma è anche una delle cose più importanti a mio avviso, in un mondo che cambia così in fretta e che non può trovarci impreparati rispetto alle novità o aridi e a corto di ispirazione solo perché non abbiamo tempo di leggere, informarci, guardarci intorno. Come sosteneva Lewin "non c'è niente di più pratico di una buona teoria". Un'altra grossa novità degli ultimi mesi per me è l'esperienza all'interno de La Musica Che Gira e del Forum Arte e Spettacolo, gruppi di professionisti che per la prima volta insieme stanno affrontando problemi che riguardano il nostro settore, alcuni dei quali avremmo dovuto risolverli prima della pandemia, per evitare che il comparto fosse così fragile. Ma non è mai tardi per iniziare e l'obiettivo ora - oltre a una ripartizione più equa dei ristori - è senza dubbio una importante riforma del settore che si occupi di lavoratori e di aziende, per non ripetere gli errori del passato e per mettere a frutto la consapevolezza che questi mesi così difficili ha portato nelle nostre vite professionali.
3) L'estate 2021 sarà l'estate della ripresa?
Invidio chi in questo momento ha delle certezze sul futuro, il quadro sanitario è ancora una variabile fondamentale e purtroppo non prevedibile. Oltre a questo aspetto io credo che gli operatori abbiano il dovere di considerare le paure del pubblico dopo un anno in cui abbiamo avuto timore nell'abbracciare i nostri cari perché poteva mettere in serio pericolo noi o loro; altro fattore da non sottovalutare è quello economico, le ripercussioni di questo anno forse le vedremo chiaramente a partire dai prossimi mesi e sappiamo quanto i prodotti culturali rientrino - purtroppo - nella sfera del rinunciabile. Credo che anche per quanto riguarda la ripresa il lavoro di concertazione che si può mettere in campo tra settore e istituzioni sia importantissimo, un lavoro che deve essere rivolto anche al pubblico e non solo agli operatori.
4) Di che colore vedi il futuro? Puoi spiegarci perchè?
Sono nata e cresciuta in un paese a strapiombo sul mare, per me la risposta a molte domande è blu, perché quello è il colore dell'orizzonte che da sempre sono abituata a guardare, un orizzonte che non ti lascia intravedere nessun limite. Il futuro per me è una linea dritta che non sai dove finisce, che ti lascia l'impressione di poter percorrere molta strada, una linea che mantiene la sua compostezza formale anche quando il mare è in burrasca.