Un forte scossone che forse ha rimischiato le carte dei FUS!
Umberto Bonanni è un punto di riferimento nella scena italiana dell'organizzazione eventi. Direttore Artistico del Pistoia Blues e general manager del Beat Festival di Empoli, è una voce significativa con una grande esperienza lavorativa nel settore.
1) A quasi un anno dal blocco totale degli eventi come valuti la possibilità di sopravvivere da parte delle società di organizzazione eventi (nel tuo paese e/o in Europa)?
Il fermo del settore ha avuto il merito di portare alla luce diverse incongruenze del sistema dei finanziamenti alla musica e allo spettacolo dal vivo in Italia. Il più macroscopico è il sistema del FUS che ha sempre privilegiato un certo tipo di musica e una nicchia nel settore; il virus ha “scongelato” questo meccanismo e lo ha messo a disposizione, per ora timidamente e in misura insufficiente, anche a realtà contemporanee innovative. Se questo fosse l’inizio di un nuovo modo di pensare ai sostegni della cultura questo anno / anni orribili forse almeno sarebbero serviti a qualcosa. In generale serve ripensare al prodotto “festival” soprattutto ora che anche i finanziatori privati sono in difficoltà e serviranno più sostegni pubblici e un piano di costi più attento. Noi siamo pronti per queste novità, abbiamo già cominciato a lavorare in questo senso quest’anno.
2) In questo periodo in cui abbiamo rivisto il nostro modo di vivere, c'è qualcosa che finalmente hai avuto il tempo di fare e che prima non era possibile per via del poco tempo a disposizione?
In realtà non ho avuto molto tempo e questo mi spiace perchè mi piace molto leggere guardare serie etc. Non ho avuto tempo perchè ostinatamente abbiamo voluto confermare e realizzare tutti i nostri festival in versione ridotta e sinceramente è stata una bellissima stagione di concerti per quanto minata dagli effetti della pandemia. Abbiamo avuto tutte produzioni italiane scarnificate negli organici e ridotte ai musicisti e poco più. Era una situazione che rimandava a qualche anno fa quando fare un concerto significava occuparsi di tutto dal backline ai transfer etc. E’ stato molto bello perchè tutto si è svolto in un’atmosfera amichevole e molto piacevole sembrava più un ritrovo di amici che una normale produzione degli anni duemila.
3) L'estate 2021 sarà l'estate della ripresa?
L'estate 2021 mi appare come una versione un pò più potenziata dell’estate 2020 sperando in un effetto mitigatore della prima somministrazione dei vaccini. Certamente se ci sarà la possibilità di fare concerti noi la sfrutteremo fino in fondo attenendosi come è ovvio a tutte le misure di sicurezza e anzi eccedendo anche un pò come abbiamo fatto quest’anno nel quale ad esempio abbiamo superato la logica dei congiunti e isolato ogni spettatore con uno spazio superiore. Il nostro settore sulle regole di sicurezza è stato molto attento e d’altra parte dalla circolare Gabrielli in poi tutte le nostre strutture considerano la sicurezza dello spettatore e di chi lavora come una priorità assoluta.
4) Di che colore vedi il futuro? Puoi spiegarci perchè?
Verde speranza. Bisogna sempre sperare e operare affinché si possa lavorare anche a bassa intensità perchè il pubblico e tutti noi abbiamo bisogno di quello che c’è nel cuore di ogni spettacolo ovvero la condivisione. Mai come ora abbiamo bisogno di sapere che la nostra esperienza possiamo condividerla con tutti.
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