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L’aver sacrificato la sostanza e l’aspetto più culturale dei contenuti a favore del "tutto e subito” ha realmente sottratto il valore intrinseco che c’è in un progetto discografico - LUIGI FASANELLA

A&R Faro Records / Publishing Maciste Dischi Edizioni / The Pier / Giò Sada / Gulliver

11 gennaio 2021

Conte aveva appena chiuso la Lombardia e sapevo con tutto il team di Maciste Dischi che non ci saremmo visti per almeno due settimane.

Luigi Fasanella per me è un amico e in alcuni casi scrivere l'introduzione per una persona che si conosce bene, diventa più complicato. Ad ogni modo astraendomi dalle risate e i sogni e le esperienze che in qualche modo abbiamo condiviso, rimane la professionalità che quando si inizia a fare sul serio emerge e fortifica il rispetto reciproco. Non ho mai avuto dubbi sulla fiducia da riporre in ogni suo incarico sia esecutivo che di pianificazione. Da quando ho conosciuto Luigi o meglio Gigi, lui ha imparato a volare, mi ha ricordato come si fa quando lo stavo dimenticando e poi è diventato grande. In questo spazio di tempo ha visto la vittoria del "suo" Giò Sada a X Factor, ha girato mezza Europa e non solo con i The Pier e I Fabryka, ha lavorato e lavora con Gazzelle, Fulminacci, Maciste Dischi, ha saputo curare la sua creatura Faro Records e si è trasferito a Milano. Chiaramente non è tutto ma la questione è che una ne fa e 100 ne pensa.

1) A quasi un anno del blocco totale degli eventi come valuti la possibilità di sopravvivere da parte delle società di organizzazione eventi / dei progetti musicali costretti al fermo (nel tuo paese e/o in Europa)?
E’ stato un anno difficile ma in realtà non ne siamo ancora fuori. La risposta è molto più articolata di quanto si possa pensare. In questo anno di “fermo” sono emerse in maniera prepotente tutte le lacune e le fragilità di un settore che ahimè non ha mai guardato realmente in maniera prospettica al proprio futuro. Parlo più che altro di discografia e principalmente di Italia.
Personalmente credo che serva realmente riformulare tutto l’asset ed il modello di business che gravita attorno l’intero mondo dell'entertainmet.
L’aver sacrificato la "sostanza" e l’aspetto più culturale dei contenuti a favore del "tutto e subito” ha realmente sottratto il valore intrinseco che c’è in un progetto discografico. Abbiamo tutti abusato e riempito di contenuti il web senza realmente badare alla costruzione di un pubblico in grado di appassionarsi e pertanto essere parte integrante di un vero e proprio movimento. Oggi in uno scenario di bulimia discografica, dove un singolo appena uscito è già passato, e che non ha alcun riscontro tangibile nella “vita reale”, siamo davanti ad una stasi ed un appiattimento del panorama, oramai immobilizzato dalle insostenibili logiche dello streaming e della sempre più sottile soglia dell’attenzione.
Il live è stato per anni la linea che sorreggeva investimenti discografici e lavoro, e la totale assenza di oggi ha spaccato l’intero settore. Vorrei prendere tutta l’esperienza del passato e renderla un punto fermo per poter ricostruire il nostro futuro e non riprendere semplicemente da dove avevamo interrotto. Se non si guarda al futuro in maniera prospettica purtroppo si andrà nei prossimi anni all’aumento di un divario che vedrà scomparire le piccole realtà a favore di chi con i propri capitali potrà permettersi l’acquisizione di tutte le quote di mercato.

2) In questo periodo in cui abbiamo rivisto il nostro modo di vivere, c'è qualcosa che finalmente hai avuto il tempo di fare e che prima non era possibile per via del poco tempo a disposizione?
Ricordo molto bene l’8 marzo del 2020. Tornavo a Milano dopo due giorni passati nella sede RAI di Napoli per un programma TV. Conte aveva appena chiuso la Lombardia e sapevo con tutto il team di Maciste Dischi che non ci saremmo visti per almeno due settimane. Ero reduce da un lunghissimo tour Europeo a fine 2019 e svariati live, anche in palazzetti, nei primissimi del 2020. Il primo pensiero è stato: in queste due settimane credo sia bene pensare un po’ a se stessi. Due settimane sono diventate due mesi. In due mesi ho rispettivamente: iniziato un programma d’allenamento (che seguo tuttora), iniziato la scrittura di un libro, e pensato molto, forse troppo. Tutto sommato non è stato male rimpossessarsi del proprio tempo e re-impararne una legittima amministrazione. Ora però, sono pronto a non avere più un secondo libero.

3) L'estate 2021 sarà l'estate della ripresa?
Diamo fiducia a questo 2021. La primavera porterà aria fresca e l’estate sarà parte fondamentale della ripresa.

4) Di che colore vedi il futuro? Puoi spiegarci perchè?
Rispondo per flusso di pensiero. Verde, speranza, natura, spazi aperti, festival, musica, entusiasmo.

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