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Mi sono tuffato nei miei progetti con la speranza di uscire da questa situazione il prima possibile - Daniel Plentz

Selton

22 gennaio 2021

Daniel Plentz è brasiliano e prima di arrivare a Milano ha vissuto a Barcellona lavorando come sound engineer / production assistant nel Teatro Poliorama. Noi in Italia lo conosciamo bene come fondatore dei Selton (ora scuderia Universal), una della band più accattivante e live performante nell'offerta musicale del nostro paese. Sono freschi, solari, sorridenti sul palco e nella vita reale. Da citare la prestigiosissima collaborazione con Nic Cester (frontman dei Jet), nel progetto con The Milano Elettrica super band tutta italiana di nove elementi con due batterie e una sezione di fiati di cui fanno parte anche Sergio Carnevale (Bluvertigo), Daniel Plentz (Selton), Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Roberto Dragonetti e Raffaele Scogna. 

1) A quasi un anno del blocco totale degli eventi come valuti la possibilità di sopravvivere da parte delle società di organizzazione eventi / dei progetti musicali costretti al fermo (nel tuo paese e/o in Europa)?
Molto difficile in questo momento. Credo che i progetti che riusciranno a reinventarsi digitalmente rimanendo presenti avranno più possibilità di ripresa quando potremo tornare con l'attività live.

2) In questo periodo in cui abbiamo rivisto il nostro modo di vivere, c'è qualcosa che finalmente hai avuto il tempo di fare e che prima non era possibile per via del poco tempo a disposizione?
A dire il vero non tanto, mi sono tuffato nei miei progetti con la speranza di uscirne da questa situazione il prima possibile. Ma ho avuto modo di ribilanciare le mie priorità.

3) L'estate 2021 sarà l'estate della ripresa?
Purtroppo non ancora, ma credo faremo dei passi in avanti. Spero sia un versione migliore dell'estate del 2020 sperando che la campagna di vaccinazione sia già ben avviata.

4) Di che colore vedi il futuro? Puoi spiegarci perchè?

Colorato, perché sono un ottimista, perché credo nella inclusione e perché spero che questo periodo ci renda più sensibili e aperti e non chiusi e impauriti.

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